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mercoledì 10 maggio 2023

Poesia / Tanka 41: E d'improvviso un paesaggio da favola.


In questi giorni ho sempre in mente il mare.
Un ricordo, in particolare, ritorna compulsivo.
Durante il viaggio che ti porta ad attraversare l'isola di Cherso per arrivare alle varie località d'interesse, improvvisamente, dopo una curva piuttosto ampia della strada, ti si apre davanti un panorama da favola, da magnifica cartolina paesaggistica (forse) costruita ad arte. È il paese di Dragozetiči, un bellissimo gruppo di case di pietra arroccate su falde di terra ocra e roccia impervia. A dominare l'indaco liquido delle acque quarnerine. O meglio di quel braccio di mare che divide Cherso da Veglia.
Cres e Krk, in croato
Dragozetiči, quindi, tanto fantastico che chiudi gli occhi d'istinto, te li stropicci e pensi: Adesso li riapro e non ci sarà più segno umano su questa costa ripida.
Invece no. Li riapri e capisci che talvolta, la realtà si fa più bella del sogno.
Uno spettacolo ineguagliabile..

Là vorrei essere adesso, lontana da tutto cià che la vita ti riserva, immersa nella contemplazione di quei colori così meravigliosi.
Linfa duttile anch'io.

(Irene Navarra), Dragozetiči bello, AIG, 10 Maggio 2023.

 Eccolo in basso
il bel paese in pietra.
Sul mare indaco
di Cherso si fa sogno
vero. Come un dipinto.
#Tanka 41

IQ48


giovedì 27 aprile 2023

Poesia / Tanka 39: Ortensie in vaso con ape (Meditazione in Rosa Magenta e Viola Chiaro).


Le api lo fanno. Intendo l'esercizio di stile (molto elegante) del trasvolare il loro territorio floreale per saggiare il banchetto in offerta. È quanto di più suggestivo si possa immaginare. Basta un vaso con dentro delle ortensie raccolte dal giardino, e la magia ha inizio.
Dalla finestra, spalancata sul cielo libero, entra un'ape.
Un'ape sola basta a donarci il miracolo dell'Ascolto profondo, della Visione spirituale. Un mare di Rosa Magenta-Viola chiaro, la corposità quasi cartacea dei petali, il numero spropositato di piccolissimi pistilli generano nell'insetto curioso precisi desideri da appagare.
Ronzio - silenzio - ronzio: il gioco è fatto.
Di corolla in corolla la navigazione aerea porta danza e musica, alzando polline.
Intuisco i villi dell'ape brillare di puntini dorati.
Ronzio - silenzio - ronzio. La missione è compiuta.
Il corpo appesantito dal pulviscolo prezioso, dal nettare succhiato, Lei riprende la sua ricerca.
Che è una quest vera e propria. Galahad l'accompagna perché Lei porta al Sacro Graal: la coppa della Vita che contiene il Nutrimento dell'infinita abbondanza.

Nel vaso sfere
d'ortensie Rosa-Viola.
Un'ape ronza
compiacimento estremo -
Esercizio di Vita.


(Irene Navarra), Ortensie in vaso con ape, AI e Grafica, 27 Aprile 2023.

In danza e musica mi preaparo, quindi, ad affrontare il viaggio dell'immersione cromatica.
Tutti i sensi allerta - nel salire della musica naturale di minime ali di velo, di infinitesimi spostamenti di foglie e fiori al tocco di un corpicino tanto leggero, del sussurro suadente di Galahad tutt'uno con la brezza che gonfia le tende di pizzo - leggo il mio odierno spartito.

Inspiro Rosa Magenta. Profondamente. Per un lavacro rituale.
Espiro sedimenti agri. Li sento staccarsi dalle cellule. Evaporare.
Inspiro note Viola Chiaro che sondano le mie vene, purificando il sangue.
Espiro gromma appiccicosa.
Ossigeno per me il Viola.
Un tonico per l'anima e per la mente dai pensieri finalmente solo puri.
Inspiro - Espiro. Più e più volte.
Mentre attorno si espandono i suoni della Natura a formare una Sinfonia da origine dell'Universo.
Inspiro - Espiro ancora.
Piano. Molto piano.
Apro gli occhi e guardo serena le cose.
Ritorno al qui e ora.
Rinata.

domenica 2 aprile 2023

Poesia / Margini: Metamorfosi.

 
Oggi pomeriggio si fa prepotente in me il desiderio del mare. Quello di Ischia o di Vico Equense dove molte delle mie estati fanciulle si sono disciolte in gioia pura, senza preoccupazione alcuna. O quello di Cherso, di Curzola che mi ha vista coinvolta in avventure barcarole incredibili.
Il cielo coperto, la pioggia, la solitudine di giorni grigio perla dal sentore di pini, rosmarino, sangrego, salvia, menta, timo mi ricordano il piacere immenso dell'immergermi in quelle acque di vetro terso. Senza ombre fastidiose date dal sole e, magari, con schizzi di pioggia leggera, e per di più all'imbrunire. Adoravo fare il bagno in quei momenti di trasformazione. Mi sentivo parte di un mito mentre creavo la mia dimensione alternativa.

Poi, dopo il ritorno alla realtà quotidiana, con ancora nella pelle l'esperienza empatica appena vissuta, scrivevo.
Oh, se scrivevo!
Poesia, lo sapete.
Così, ora, nell'atmosfera simile di questo pomeriggio uggioso, rileggo le parole di allora mentre i sensi s'illudono in suoni d'onde rotolanti e scie di aroma salso. Il tutto racchiuso in una lirica di parecchi anni fa, Metamorfosi, felicemente accasata in Margini, l'amato libro che risale all'anno 2002 e porta anche testi di più antica data.
La trasformazione è ancora in me.
Una sorta di ritrovamento spontaneo. Una suite per il corpo.
Il profumo del mare riemerge dalla teca del cuore.

Irene Navarra, In mente mea / Mare, Disegno grafico, 4 aprile 2023.


Mi piace immergermi nel mare
quando non c'è il sole
o si fa buio
e l'acqua è ferma
e l'aria senza vento.

Allora, mentre illanguidisce
il cielo e la mano si vela
e quasi scompare, so 
rotolare in chiome
d'alga per risalire
da profondi silenzi
a chiare sponde.

Nell'immagine grafica il mio concetto di memoria. Al ricordo involontario del mare contemplazione intima estatica e leggerezza trionfano esprimendosi nei colori di base: dal bianco al grigio perla, dal celeste pallido al turchese e al verdeacqua. Poi il dolore per quanto non c'è più prevale. Così i graffi, le sporcature, il nerofumo dell'Assenza appesantiscono l'illusione di riuscire a recuperare l'ormai perduto, e manifestano il turbamento della coscienza che si enuclea nelle piccole luci viola. Forando Tempo e Spazio.

Però, come dice Marcel Proust: "La realtà si forma soltanto nella memoria".

lunedì 27 marzo 2023

Poesia / La bellezza collaterale (da Minimondi: Radici).

Con Francesco Petrarca, Emily Dickinson e Lewis Carroll.

Come se fossi all’apice del verde
e tutto il verde, le radici. Dentro
il suo grembo generoso. Gene
maturo e sangue vegetale.
Sentirsi arco e freccia.
Favilla primordiale.

Dal mio Minimondi, pag. 85, Luglio Editore.
Illustrazioni di Silvia Valenti.

Irene Navarra, Verso la Tana del Bianconiglio, Fotografia.

Nella campagna, mia fin da prima della nascita, trovo sempre un cantuccio adatto a me. Può essere una zona d'ombra sotto un albero, un anfratto tra radici affioranti, una zolla rigogliosa... Insomma: la fantasmagorica gamma di eventi in cui la natura è specialista - elemento per elemento, nell'istante opportuno a suo giudizio - mi si fa congeniale.
Il miracolo è che io sia capace di coglierlo d'istinto, l'attimo prezioso. Che in baluginio improvviso si rivela al mio passaggio, aprendosi leggero come fosse una porta su tesori mai nemmeno immaginati.
E lo stupore diventa puro cristallo quando, nel varcare la soglia di quel mondo parallelo in creazione, inizio a sentire il Tutto come Unità profonda.
Quindi canto con i versi di Emily Dickinson. E intessiamo insieme dialoghi che non hanno bisogno di parole. Erbe e Asfodeli, aleggiano intorno in cieli blu profondo. Arrivano anche le Sirene e si materializza "una stilla di rugiada sull'orlo di un dente di leone", (Emily Dickinson, Poems - Poesie / I started Early - Mi avviai di buon'ora, pp. 54 -55, Newton 1992).
Sono Personaggi ineludibili nel mio immaginare involontario.
Abitatrice di una dimensione senza più limiti, vagabondo più lieve di Zephiro che è eterno ed eternamente porta al seguito "i fiori et l’erbe, sua dolce famiglia, / et garrir Progne et pianger Philomena, / et primavera candida et vermiglia." (Francesco Petrarca, Canzoniere - Zephiro torna, CCCX, vv. 2 - 4).
Mentre "Ridono i prati, e ’l ciel si rasserena; / Giove s’allegra di mirar sua figlia; / l’aria et l’acqua et la terra è d’amor piena; / ogni animal d’amar si riconsiglia." (ibidem, vv. 5 - 8).


Ecco. Io vivo così.
Come Alice nel Paese delle Meraviglie.
Un'Alice matura, comunque. Già.
Che non chiede più, perché sa le risposte.
Almeno alcune.
E fa di un secondo il sempre.

("Alice: «Per quanto tempo è per sempre?
Bianconiglio: «A volte, solo un secondo.")

Qui un altro richiamo a Minimondi.
E Qui un altro ancora.

venerdì 24 marzo 2023

Poesia / Derive: Rimedi (Autocontrollo - Sesta lezione: sul reale e il suo doppio).


Non si finisce mai di essere apprendisti.
Anche davanti a un albero si impara.
Gli occhi allargati nel folto della chioma,
ascolto ciò che l’albero mi dice
abbandonando un po’ di più le fronde al vento.
Oggi ho legato attorno al tronco del susino
un nastro variegato che porta primavera.
Credo che l’albero mi guardi.
Giro le spalle,
gli offro il mio commiato.
Le mani come tramatura fitta di una foglia.

Irene Navarra, Il Gigante (Nel Parco delle Orsoline in Gorizia),  FotoInstagram, 2015.


Dalla Prefazione a Derive di Silvia Valenti.

"E poi, in una sorta di incubo a occhi aperti, la realtà traspare netta. Col cadere di ogni maschera, il nemico alieno esibisce i suoi piani.
Ma lei, che ormai guarda da distanze-luce, sa capire la cancrena.
La lotta quindi a chi la vuole in un cantuccio con le labbra cucite, gli occhi trafitti, le mani legate, è ormai aperta. Una lotta fatta di parole, di graffi di artigli sulla carta, di “Controlli & Autocontrolli”. I controlli imposti dagli altri, come sottile e più moderna inquisizione, obbligano a un ulteriore ripiegamento. Sembra quasi che il corpo dell’autrice si scivoli dentro auscultandosi, per percepire il proprio, seppur lieve, palpito vitale. E su quel ritmo, conforme all'armonia dell’amato Hagakure, è in grado di autocontrollarsi, di inviare gli impulsi che preparano l’ultima trasfigurazione. Disposta tappa dopo tappa e percepita nella sua evidenza abbagliante quando le si annuncia il momento di richiamare a sé l’esercito di poeti, di letterati, di filosofi che le sono cari. Allora, sgomenta per la perdita ineluttabile, si aggrappa al proprio mondo perché non dilegui nell’oblio e prega di poter restare ancora un poco al Sole, nel nido dei suoi raggi come monoliti d’oro. Quelli da cui “impararono gli Achei: / solide architetture / astuzia / sicumera / e l’inflessibile costanza / di fingersi (coscienti) / provetti abitatori dell’Olimpo” [da “Autocontrollo (Seconda lezione: sul presente e sul passato)”].
La strategia vincente quindi non è l’attacco.
Non può esserlo.
Trionfa la dissimulazione. Perché “(La vita è come un Golem / dal sorriso di melassa)” [da “Rimedi”]. Il Golem vendicatore a sua volta si trasforma, si traveste, indossa un sorriso sempre uguale, per tutti.
L’acme dello smarrimento è incarnato. Così Irene Navarra accoglie “nella mente il Dopo. / Che sia quello che sia” [da “Il salto”] Greve sicuramente, ma meno di quanto lo sarebbe, se il suo corpo si cambiasse in scatola, recludendole l’anima. L’ossessione ormai è talmente radicata che l’unica soluzione appare quella di fermare il tempo, di gelarlo nell’immobilità."

giovedì 10 novembre 2022

Poesia / Percezioni: La mia musica.



Irene Navarra, Il gelso pregava, Fotografia e Grafica, 2015.


Leggo serena la mia musica
mentre cammino sul sentiero
che mi porta a casa -
Le nubi sono il flauto duttile del vento
e i rami spogli del gelso in supplica
flessibili archi elastici
sferzanti una scenografia
di fili d'erba e cielo giallo-rosa.
Rugosi e nocchiuti gli strumenti
radicati nella terra.
Chioma svettante verso l'alto l'uno
e candelabro l'altro
con le torture della storia sopra i fusti.
Le riconosco nelle metriche delle cortecce
a strati, ghirigori, fibre sfilacciate.
E mi ci adagio.
Come fossero culle vegetali.
Un solco a ogni me
smarrita confidente in quegli anfratti.
Finché si ricompone un corpo altro:
contenitore senza dissonanze
con l'arpa sottile dei vitigni
a far da sfondo e coro di metallo.
Così divento ballerina all'improvviso.
Volo librando sulle punte dentro un teatro
creato dal mio Autunno personale
con luci quasi spente e qualche umano.
Ah, quanta Arte in me.


E adesso una clip di VideoPoesia. Nel testo, nelle immagini e nella musica esprime bene la gioia della Consapevolezza piena, che travalica ogni difficoltà e consola l'Anima innocente. Per la precisione si riferisce a un momento molto difficile della mia vita, superato con la meditazione e l'esperienza della Metamorfosi panica. Diventare Natura viva è un Rimedio potente. "Così si comincia" scrivo nella lirica. Il resto viene da sé

Nel video:
Testo lirico, Video, Voce: Irene Navarra /
Clip: Pixabay /
Fotografie: Silvia Valenti, Ballet, 2014 /
Musica: Albis, Nemesis, YouTube Audio Library /
Software: Photodex / 

lunedì 5 aprile 2021

Poesia / Percezioni: Yin Yang (da "Minimondi").


L'inchiostro esplode dentro il bianco.
Il nulla e poi il tutto.
Notte versata dentro un’alba chiara,
occhi del giorno umidi di buio.

Da: Irene Navarra, Minimondi, Luglio Editore, 2017.

Irene Navarra, Camelie in Bianco-Nero, Fotografia, 2021..

Sogno talvolta una spirale
bianco puro e blu cobalto
che travolge
e cambia il mio colore.
Mi penetra di opposti.
Crea un genoma alieno
e mi rinnova.

Da: Irene Navarra, Minimondi, Luglio Editore, 2017.

giovedì 11 marzo 2021

Poesia / Percezioni: Mi si versava il Sole addosso.



Irene Navarra, In una giornata qualsiasi, Fotografia e Grafica, 5 marzo 2021.

Mi si versava il Sole addosso.
Le mani a coppa io lo raccoglievo
e ne bevevo il succo.
Senza bruciarmi.

Fatta di raggi ormai volavo in alto
librandomi con ali d’oro ardente.
Ero nel Sole.
Sua cellula infinita.
Sua memoria.
Nel cuore il magma dell’inizio.

Oltre le nebbie della Terra
vibravo di sorrisi a scrosci e cascatelle.
Fluido metallo fino.
Puro colore - mille occhi in me -
guardavo dentro il corpo della Stella
che mi aveva accolta nel suo seno.
Scintille e scoppi accesi il mio destino.

mercoledì 30 settembre 2020

Poesia / L'opera incompiuta: Un'ubriacatura folle (Mentre mi adeguo al cambiamento).


Eccoci alla quarta lirica della mia raccolta L'opera incompiuta (qui la prima, qui la seconda, qui la terza).
Nell'immagine uno scorcio dell'amata campagna in cui ho passato giorni indimenticabili con Pablo golden retriever. Anche Lui adorava quest'angolo di Paradiso che è la benedetta Terra assegnataci per destino.
L'abbiamo percorsa  senza stancarci, appagati dalla sua bellezza frugale. Festanti di gioia pura per tanta grazia raffinata e semplice. Un dono del cielo.
L'abbiamo percorsa uniti dallo stesso desiderio. Spesso scivolando sui suoi pendii e rotolando tra infinite sfumature di verde e umili fiori di radicchi selvatici. Il riposo poi, protetti dai rami di qualche albero florido, era quanto di più esaltante si potesse provare. Ricordo un giorno di pioggia a scroscio, il rifugiarci di corsa sotto le impenetrabili foglie di un gelso secolare, il mio scrivere frettoloso un frammento di pochi versi sul quadernino che mi fa sempre da viatico (un inno al Signore nell'intenzione), lo sguardo estasiato di Pablo accucciato accanto a me.
Momenti straordinari, quelli (qui l'haiku e la foto di riferimento), recuperabili solo frugando nella mente graffiata dalla sua assenza. Momenti che chiudo in una  teca di nuvola dove solo io posso penetrare per incontrarmi con Lui. In un Tempo che sia compiuto e uguale a se stesso.

Irene Navarra, Il grappolo dimenticato, Fotografia e Grafica, 30 settembre 2020.

Un’ubriacatura folle
questo trasmutarmi quasi fisico
in foglia, ramo e umido terriccio
denso di sentori.

Non so davvero quale sia la differenza
tra la mia carne, il sangue che zampilla dallo squarcio
appena inciso nell’incavo del braccio e l’erba,
il fiore della malva ancora viola,
l’uva lasciata tra racemi secchi
in negligenza compiacente.

 

Vedere tutto questo
dietro lo schermo delle palpebre,
sentire sulla pelle che non è più pelle
brividi caldi di presagi come doni.
Niente figure di parole.
La Vera Essenza mi si mostra nel Silenzio.
Togliendo scorza a scorza
sedimenti antichi.
E dolori nuovi
da distacchi inevitabili.
Strazianti.
 

giovedì 20 aprile 2017

Poesia / Haiku - Di soglia in soglia.


Equilibrando
fluide tracce mutano
di soglia in soglia.

Lightly harmonizing
liquid traces change themselves – 
Threshold by threshold.

Le nostre radici si cambieranno in ali.
Irene Navarra, Mutazioni, Disegno grafico, 2017.

martedì 7 febbraio 2017

Poesia / Percezioni (Ipotesi. In "Élévation" con Charles Baudelaire).

Capelli come seta di una ragna
o scialle rugiadoso per Andromeda,
lontane nebulose gli occhi,
la vastità incommensurabile
nel cerchio delle sopracciglia,
pastoso il cadmio della bocca.

Se avessi l'iride di gelo attingerei la Luna.
Le mani a coppa dentro la sua luce
l'attingerei pregando un giglio.
E poi sorriderei.
Serafica e protetta
dall'organza della Luna.

Da Percezioni, 2012.

Visione astrale.
Irene Navarra, Attingere la luna, Disegno grafico, 2012.

Come un buon nuotatore (comme un bon nageur qui se pâme dans l’onde) voglio solcare l'infinito mare dell'essere.
Per raggiungere la Luna.
E in lei riposare, cullata dalla sua diafane luce.

Élévation

Au-dessus des étangs, au-dessus des vallées,
Des montagnes, des bois, des nuages, des mers,
Par-delà le soleil, par-delà les éthers,
Par-delà les confins des sphères étoilées,

Mon esprit, tu te meus avec agilité,
Et, comme un bon nageur qui se pâme dans l’onde,
Tu sillonnes gaîment l’immensité profonde
Avec une indicible et mâle volupté.

Envole-toi bien loin de ces miasmes morbides;
Va te purifier dans l’air supérieur,
Et bois, comme une pure et divine liqueur,
Le feu clair qui remplit les espaces limpides.

Derrière les ennuis et les sombres chagrins
Qui chargent de leur poids l’existence brumeuse,
Heureux celui qui peut d’une aile vigoureuse
S’élancer vers les champs lumineux et sereins;

Celui dont les pensers, comme des alouettes,
Vers les cieux le matin prennent un libre essor,
─ Qui plane sur la vie, et comprend sans effort
Le langage des fleurs et des choses muettes!

Da: Charles Baudelaire, Les Fleurs du mal (1857), Poulet-Malassis et de Broise, 1857 (pp. 17-18).
Fonte: Wikisource.

martedì 19 aprile 2016

Haiku / Mito (delirando sopra un geranio).


Hai foglie verdi
e fiori rosso intenso.
Sei un geranio.

Sei un geranio nella Notte.

Raggi di Luna
come opali su di noi.
Fluisce il mito.

Andiamo assieme oltre la Soglia.

Respiro calma
un alito di viola.
Nitido argento.



mercoledì 16 marzo 2016

Haiku / BluAstrazione.


Tuffarsi nel Blu a poco a poco.
Irene Navarra, BluAstrazione 1, Instagram e Disegno grafico, 2016.







Per ritrovarti
nel fiato della sera
basta un momento.












Tuffarsi nel Blu della notte.
Irene Navarra, BuAstrazione 2, Instagram e Disegno grafico, 2016.







Poi, filtri nel Blu.
Ti cambi in ombra. Astrai.
Da ogni storia.


E adesso guarda il mio video Ghost in my garden.