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martedì 21 marzo 2023

Poesia / sensi residui (poesie da poco) 11: non facciamo morire le api.

Sogno un mondo di pace.
E lo sogno colorandolo di giallo solare e ronzio d'api musicalissime.
Sento profumi tenui e vento dolce sulla pelle, mentre m'insinuo in un campo di girasoli che si muovono lenti e parlano il loro linguaggio d'oro.
Sto bene.

Foto di Hans Benn da Pixabay.

 
est e ovest ballano insieme un ritmo da villaggio antico
  beatamente
la terra in mezzo a loro
porta girasoli e musica di api
 
 
Sui girasoli ho già scritto. Qui trovate il testo (una lirica percettiva), che amo molto perché a quel tempo era ancora con me il mio adorato Golden Retriever Pablo.


sabato 7 maggio 2022

Poesia / sensi residui (poesie da poco): 19 - come le foglie.



Irene Navarra, Spirito guida, AIArt, 7 Maggio 2022.



19
come le foglie nuove dei miei faggi
parlo con la brezza del mattino e accarezzo nubi

il giardino ha inscenato una festa di richiami
e mi ha invitata

sintonizzo le orecchie per non sentire altro


Irene Navarra, come le foglie nuove, videoclip dal giardino, 5 maggio 2022.

Un nuovo percorso poetico iniziato il giorno 20 Aprile di quest'anno infausto.
Avevo bisogno di un brillare, per quanto inevitabilmente piuttosto blando.
Eccolo.
Nella piccola clip uno dei miei amati faggi.
E il vento.
E le cince.


martedì 15 febbraio 2022

Poesia / Tanka: Laguna, pensieri.


Irene Navarra, Laguna, Fotografia e Grafica, 2011.

Nel mare-specchio
s'innestano pensieri.
Increspature
spente dalla battigia
che le raccoglie amante.

lunedì 27 aprile 2020

Poesia / Diario: La bellezza collaterale (Destinazione Gioia).



Irene Navarra, Pablo↔Destinazione Gioia 2020, FotoInstagram 2018.


(Piccoli poemi in prosa alla maniera di Charles Baudelaire)

Destinazione Gioia

L’immagine lo racconta bene questo mio speciale senso di sintonia con il Creato. C’è Pablo golden retriever, il mio amatissimo spirito-guida strappato a una morte terribile per denutrizione quando aveva solo 4 anni e mezzo, c’è un sentiero sinuoso verso un punto lontano che poi è un cipresso solenne. Dietro naturalmente ci sono io che fisso il momento in uno scatto, conscia del sapore aoristico che l’avrebbe connotato.
La vita, la vivo come una scena piena di messaggi simbolici. 
Ora ho compreso appieno perché quell’istante bloccato per sempre ha rappresentato un punto di svolta del sentire. 
Da allora non ho pubblicato nulla sul mio profilo Instagram (me ne rendo conto adesso). Correva l’anno 2018. Si era in aprile. Il 17 per la precisione. 
Avevo Altro a cui pensare.
Parliamo quindi dell'Altro (in filosofia spicciola).
Conosco la parola yuj (योग). E’ un verbo sanscrito e significa unire, legare. Il fatto magnifico risulta però misteriosamente subliminale essendo anche la radice etimologica del termine gioia. La parola yuj con il suo concetto, la possiedo nell'intimo - ne sono certa -. Mi sale infatti spontanea alle labbra se entro in comunione con Lei, la Natura Grande Madre, che mi accoglie e innalza sino alle nubi e al cielo profondo, tingendomi i capelli d’azzurro mentre volo oltre le sfere in meditazione mistica. Mi capita talvolta nel mio paradiso destrutturato (qui il post) di provare questi intensi stati dell'essere. Negatori della materia perché originati in sostanze eteree di antica memoria.
Mi annichilisce quasi il pensiero che il mio più imperscrutabile residuo di coscienza assoluta, libero per genesi primigenia, lo pronunci spesso, in mantra sottile, il suono yuj. E lo dilati rendendolo come il vasto mare che accoglie tra le sue braccia liquide e culla chi vi si immerge.
Così mi abbandono fiduciosa e mi riconnetto e interconnetto finita / infinita, vitale pur senza sensazione fisica di me. 
Un itinerario già scritto, pertanto, questo indicato dal suono yui. Insito nella stessa energia che aleggia attorno a noi ed è nostra parte costitutiva.
E se questa inclinazione tatuata in me porta al cosmo tutto, consiste altresì nel cosmo tutto. Ogni minimo granello della mia essenza vibra all’unisono con le infinitesime particelle di quanto intensivamente ed estensivamente si fa nutrimento quotidiano. Lo so: vaporose masse di luce candida contengono noi creature contenenti.
Unione, dunque, come Gioia.
Ecco svelato l'arcano: Destinazione Gioia, l’esistenza.
Capirlo è intuire la nostra forma genuina e renderla esperienza di riconoscimento in una dimensione superiore. Sempre sacra. 

27 aprile 2020

sabato 25 aprile 2020

Poesia / Diario: La bellezza collaterale (Il paradiso destrutturato).




Irene Navarra, Resti / Il paradiso destrutturato. Fotografia, 2020.


(Piccoli poemi in prosa alla maniera di Charles Baudelaire)

Il paradiso destrutturato

Potrebbe sembrare una discarica di oggetti ormai defunti forse ancora servibili o forse no.
Potrebbe.
E invece è il nostro paradiso destrutturato. Nostro = mio e del mio cane.
Là stiamo bene. Pablo golden retriever - sciamanico spirito-guida d’elezione - sceglie ogni giorno di portarmi tra quelle reliquie di archeologia urbana, rese monumenti del vivere dall’abbandono intenzionale.
Non morte però.
Dimenticate all’aria (carezzevole a volte, a volte ingiuriosa), parlano un linguaggio in sordina commisto di ruggine e linfa. Molto espressivo.
Che rassicura.
Un po’ per i profumi ormai privi di riferimenti umani, un po’ per l’arte degli intrecci materiali tra rifiuti e natura selvaggia, a me e Pablo sembra di essere in paradiso.
Un paradiso destrutturato naturalmente.
Fuori da ogni ordine razionale e ligio a dettati superiori in cui il Caos primordiale ha la sua da dire. Nessun suono che non sia schiocchi di merli, frusci di serpi¹ intacca la nostra pace, dilagante a poco a poco fino al cielo.
Portentosamente non più muto.

24 aprile 2020

¹ Eugenio Montale, Ossi di seppia, Meriggiare pallido e assorto, v. 4, Gobetti Editore, Torino, 1925.

mercoledì 15 novembre 2017

Poesia / La terra, la visione (Le nostre radici 2).


Trance pellegrine nella mia campagna-
assaporata pesca succulenta dove
affondare i denti e impiastricciarsi
dell’umore e ridere risolti scontri
i cappi del tempo e della storia.

Irene Navarra, Assaporata pesca succulenta, Grafica Still Life, 2017.