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lunedì 17 ottobre 2022

Critica / Carlo Michelstaedter: Un'ipotesi di suicidio.

 

Irene Navarra, VideoPoesia: Carlo Michelstaedter, Il canto delle crisalidi.

Sto leggendo le liriche di un autore giapponese, Shinkichi Takahashi, vissuto tra il 1901 e il 1987. Di lui si sa che, dopo essersi ritirato nel Tempio Shogenji Rinzai a Tokio, ricevette l’illuminazione. Sui quarant’anni, racconta la sua mitologia.
L’ambito è dunque quello della poesia zen, il clima religioso quello buddista.
Una composizione mi seduce più delle altre. Parla di un uomo, Vimalakirti, che viene da Vaisali, una località dell’antica India al confine con il Nepal. Egli è seguace del Buddha e persuasore per eccellenza, si finge addirittura malato per chiamare gli scettici al suo capezzale e convincerli. Le ultime due strofe recitano: “Malattia, un’opinione, / per lui il corpo è zolla, acqua, / movimenti, fuoco, vento. // Vimalakirti, eroe profano, / con una parola trascina galassie / ai piedi del suo letto.” Mi abbandono al loro senso segreto accordando una sequenza intuitiva: malattia / persuasione / illuminazione / salute. Penso di colpo a Carlo Michelstaedter. Lo pongo a fianco di Vimalakirti. Li sistemo vicini questi due paradossali compagni e rifletto. Il malato - non malato Vimalakirti e il non malato - malato Michelstaedter, a confronto.
Bella sfida! realizzo ansiosa di sapere dove mi condurrà.
Recupero d’istinto i numerosi studi condotti sul giovane goriziano. Mi figuro Carlo nello splendore dei suoi vent'anni. Bello dei tanti dubbi, esaltazioni, convincimenti tipici di un carattere focoso. Ripercorro i probabili rovelli che ne suggellarono la decisione estrema del suicidio. Mi scorre un film virtuale nella mente i cui fotogrammi sono pieni di vivide sensazioni più che di morte. Mi soffermo ancora sull’inattendibilità delle due immagini: lontane, di certo surreali, ma perciò più evocative. Pongo un’ipotesi, mentre le parole malattia / persuasione / illuminazione / salute continuano a pulsarmi dentro.
Carlo come Vimalakirti, è capace di trascinare galassie.
Potenti entrambi per l’energia del loro pensiero: Vimalakirti, volontario finto infermo che induce con la sua logica serrata al raccoglimento interiore; Carlo occulto persuasore di se stesso e infermo inconscio, altalenante tra amor di vita e amor di morte. Ambiguo dunque, abitato dalla vita e dalla morte in gioco tra loro con un ritmo cadenzato di trasformazione e retrotrasformazione. Che è poi quello del suo scritto più famoso: Il canto delle crisalidi. Un classico a cui torniamo sempre: “Vita, morte, / la vita nella morte; / morte, vita, / la morte nella vita. // Noi col filo / col filo della vita / nostra sorte / filammo a questa morte. // E più forte / è il sogno della vita -/ se la morte / a vivere ci aita // ma la vita / la vita non è vita / se la morte /la morte è nella vita // e la morte / morte non è finita / se più forte / per lei vive la vita. // Ma se vita / sarà la nostra morte / nella vita / viviam solo la morte // morte, vita, / la morte nella vita; / vita, morte, / la vita nella morte –
Il canto delle crisalidi con il suo lento salmodiare mi ritrascina nel mondo zen e alla dottrina del Buddha. Sembra un Mantra Śānti, il Mantra della pace profonda, esente da morbi, paure, illusioni, difficoltà mondane. Un mantra scandito a rituale di riconoscimento. Una formula magica quasi, per rendere attivi desideri o intenzioni. Sacro pertanto, salutare, non ossessivo.
La ricerca di una via personale all’esistenza è evidente nelle varie tappe del viaggio terreno di Carlo Michelstaedter. Si enuclea piano, si gonfia, esplode. In verità rivelata. Chiare le pagine del Dialogo della salute. Portano la malattia come il vivere sulla soglia tra la vita e la morte. Malattia da puro dolore. Da disadattamento. Dolore chiuso, negativo.
Malattia come un filo con a un capo la vita, all’altro la morte. Che si sovrappongono mentre lo recidi, e rendi la vita morte, e fai di te l’artefice dell’atto supremo, il sommo artista della tua ineffabile opera.
Mi fingo la scena. Sullo sfondo indistinto due donne bellissime e ieratiche, due Dee della Vittoria dalle ali spiegate, dal corpo plasmato di alabastro traslucido la prima, di basalto nero la seconda, dipanano il filo della vita/morte che sparisce nelle loro mani. Al centro si staglia Carlo. Egli lo afferra, lo soppesa e lo taglia di netto, quel filo. Ne rivendica il possesso consistendo nell’attimo. Riversando la sua vita nella morte, intanto che si spegne qualsiasi luce e si concretizza il buio, il suo mistero, il non essere, il non percepire e il non essere percepito.
Non più malattia, dunque.
Quando recidi lo stame della vita, hai scelto.
Non importa se per lucida risolutezza o per disperazione. Importa che tu abbia scelto l’unica forma di libertà di cui puoi godere: la libertà per la morte.
“… morte, vita, / la morte nella vita; / vita, morte, / la vita nella morte. –
Sussurriamocelo anche noi questo mantra che amplifica lo spirito.
Perderemo ogni paura.
  
Irene Navarra / Quaderni di critica / I saggi di Artemisia / Carlo Michelstaedter/
16 ottobre 2013.
Se vuoi saperne di più sulla mia attività di Critica, segui i link Qui e Qui.

lunedì 17 ottobre 2016

Poesia e Arte / Carlo Michelstaedter, Vita-Morte.


Oggi, 17 ottobre 2016, ricorre l'anniversario del suicidio di Carlo Michelstaedter
(Gorizia, 3 giugno 1887 – Gorizia, 17 ottobre 1910).
Ricordiamolo rileggendo il suo Canto delle crisalidi.

Studio di copertina 2 per video.
Irene Navarra, Il canto delle crisalidi di Carlo Michelstaedter, Disegno grafico, 2016.
- Studio di copertina 2 -


Vita, morte,
la vita nella morte;
morte, vita,
la morte nella vita.

Noi col filo,
col filo della vita
nostra sorte
filammo a questa morte.

E più forte
è il sogno della vita -
se la morte
a vivere ci aita

ma la vita
la vita non è vita,
se la morte
la morte è nella vita

e la morte
morte non è finita,
se più forte
per lei vive la vita.

Ma se vita
sarà la nostra morte
nella vita
viviam solo la morte.

Morte, vita,
la morte nella vita;
vita, morte,
la vita nella morte. –

Da Poesie (1905-1910), a cura di Sergio Campailla, Adelphi, 1987.

Qui il video dedicato.
Le varie slide che lo compongono sono bianco-nere.
Per evocare simbolicamente l’alternare dei concetti esistenziali di Vita-Morte.

Nell'immagine di presentazione del video: Irene Navarra, Studio di copertina 9, 2016.

Carlo si uccise con un colpo di rivoltella.

"Quando recidi lo stame della vita, hai scelto. Che sia per lucida volontà, per disperazione, per curiosità, non importa. Importa che tu abbia scelto facendo tua l’unica forma di libertà di cui puoi godere: la Libertà per la morte.
Morte, vita, / la morte nella vita; / Vita, morte, / la vita nella morte.
Sussurriamocelo anche noi questo mantra che amplifica lo spirito. Perderemo ogni paura.”

Da Di soglia in soglia la Percezione dell’Assoluto di Irene Navarra (performance multimediale messa in scena al Teatro Incontro di Gorizia il 4 giugno 2010, nel Centenario della nascita di Carlo Michelstaedter).


In Onda per onda (Poesie, Adelphi, 1987, pag. 74) scrive:

[…]
Al mio sole, al mio mar per queste strade
della terra o del mar mi volgo invano,
vana è la pena e vana la speranza,
tutta la vita arida e deserta,
finché in un punto si raccolga in porto,
di sé stessa in un punto faccia fiamma.

"Se penso a quel colpo di rivoltella di quel maledetto 17 ottobre 1910, provo rabbia e mi dico che è stato folle, che se n’è andato per un eccesso intellettualistico, per esasperata interiorizzazione o sfrenata sensualità. Poi, però, capisco che ci ha tolto sì la sua straordinaria persona, ma ci ha regalato un mito. E istantaneamente lo amo di un amore ancora più forte. Per amore, dunque, lasciamolo ritornare con la sua Bella Morte al di là dell’ultima Soglia, nel segreto di un Mondo che non ci è dato conoscere."

Da Di soglia in soglia la Percezione dell’Assoluto di Irene Navarra (performance multimediale messa in scena al Teatro Incontro di Gorizia il 4 giugno 2010, nel Centenario della nascita di Carlo Michelstaedter).

Paul Klee, La morte e il fuoco, 1940.
Resta il pallido volto della morte e la fiamma.
Come nel celebre dipinto di Paul Klee La morte e il fuoco che, seppure con dettami diversi, mi riporta visionariamente al "Giovane Divino" per gli imperscrutabili sentieri dell'Arte.


Per saperne di più su Carlo Michelstaedter, si seguano i link cliccando sui titoli sottostanti.
Dalla Morte alla Vita.
Il suicidio di Carlo Michelstaedter: un'ipotesi.
Di soglia in soglia La Percezione dell'Assoluto.